nov 11, 2012 - Psicopatologia    No Comments

Come aiutare una persona depressa

Nessuno mi ama”, “Mi sento solo”, “Nelle relazioni con gli altri sono sempre io quella che da e mai quella che riceve”, queste considerazioni negative sulle proprie relazioni interpersonali sono tipiche della depressione.
La depressione, infatti, è un disagio psicologico che interferisce significativamente sul funzionamento sociale della persona depressa: chi è depresso ha spesso il vissuto che a nessuna delle persone che lo circondano importi qualcosa di lui, e che nessuno possa capirlo e aiutarlo.
Anche quando la realtà si rivela ben diversa e il depresso è circondato da amici e familiari affettuosi e ben disposti nei suoi confronti, si sente ugualmente solo e non amato.
D’altra parte, poche cose possono incidere negativamente in un rapporto come una prolungata depressione.
Chi è depresso desidera ardentemente l’affetto degli altri ma stesso tempo tende a respingerli, chiudendosi in se stesso oppure svalutando quello che gli altri fanno per lui.
Spesso il partner e i familiari della persona depressa hanno la sensazione che più fanno meno il loro aiuto venga apprezzato: anzi il depresso, lungi dall’essere grato per le premure di cui è oggetto, sprofonda sempre di più nel suo stato depressivo.
In altri casi il depresso può irritarsi verso la persona che cerca di aiutarlo sentendo che l’affetto che gli viene offerto è troppo poco, troppo tardi e comunque non basta per salvarlo dall’inferno che sta vivendo.
E’ per questo motivo che le persone che stanno accanto ad un depresso, sopratutto se si tratta di una prolungata depressione, possono ad un certo punto cominciare a provare nei suoi confronti dei forti sentimenti negativi come rabbia, fastidio, impotenza e senso di colpa.
Questi sentimenti vanno accettati, sapendo che sono assolutamente normali e sono la prova dell’affetto che ci lega alla persona depressa.
Se invece si rifiutano questi sentimenti perchè inaccettabili, si rischia di “agirli” diventando indifferenti e insensibili verso la persona che sta male.

 

Perché stare vicino ad una persona depressa è così difficile?
La depressione influenza negativamente tutte le relazioni interpersonali, tuttavia più la relazione è intima più diventa difficile e doloroso relazionarsi ad una persona depressa: ad un amico o ad un collega possiamo “perdonare” facilmente una depressione, ma se a stare male è il partner, o peggio ancora un genitore, non è facile essere obiettivi.

Infatti, più siamo coinvolti emotivamente, più lo stato depressivo del nostro caro ha il potere di spaventarci e di ferirci profondamente.
Nel prossimo paragrafo descriverò brevemente alcune dinamiche psicologiche che possono scattare in una relazione con una persona depressa.

Quali sentimenti si provano in una relazione con una persona depressa?

Hai la sensazione di non riconoscerlo più.
Hai la sensazione di trovarti davanti ad un perfetto estraneo.
Lui o lei sembrano diventati un’altra persona: una persona negativa, apatica, indifferente a tutto e in alcuni casi, irritabile e sempre di cattivo umore.
Ovviamente questo cambiamento ti disorienta e non ti piace, continui a chiederti che fine ha fatto il tuo caro e se l’individuo distruttivo e spento che ha preso il posto della persona a che conoscevi e amavi, se ne andrà un bel giorno.
Vorrei rassicurarti su questo punto: la depressione è un disturbo psicologico perfettamente curabile e guaribile.
Il cambiamento di personalità del tuo caro è solo temporaneo: non appena avrà superato l’episodio depressivo, tornerà come prima o anche meglio (molte persone escono dalla depressione rafforzate e più mature).

Dispiacere e senso di colpa.
Nel vedere una persona a cui vogliamo bene andare alla deriva proviamo un profondo senso di pena e di dispiacere: soffriamo nel vederli soffrire.
Se siamo molto legati alla persona depressa, specialmente se si tratta di un rapporto genitore- figlio, ci possono essere dei sensi di colpa.
Noi tutti tendiamo a sentirci responsabili del benessere delle persone che amiamo e, di conseguenza, possiamo sentirci parzialmente responsabili della loro infelicità.
Questa convinzione si traduce nella sensazione di non fare abbastanza per aiutare e rendere felice la persona che sta male.
Purtroppo non è in nostro potere ridare alla persona che sta soffrendo la gioia di vivere e la fiducia nella vita, soprattutto se il depresso è un genitore.
La depressione è un disagio che dipende da un interazione di cause psicologiche, biologiche e sociali e da eventi scatenanti ( un lutto, la menopausa, un licenziamento, condizioni di vita sfavorevoli, ecc.).
Detto in altri termini: persona depressa sta male per una serie di motivi che hanno poco a che fare con noi e molto a che fare con il suo assetto psicologico e biologico.
Quello che noi possiamo fare è stare vicini alla persona che soffre, ma senza attribuirci la responsabilità del suo malessere (a meno che il depresso sia stato gravemente danneggiato da un nostro comportamento).

Si prova la sensazione di sentirsi respinti e rifiutati
Spesso il depresso ferisce i sentimenti delle persone che gli stanno accanto senza nemmeno accorgersene.
La depressione è caratterizzata dalla diminuzione della capacità di provare amore e gioia: chi è depresso in modo grave non sente più niente verso le persone che un tempo gli erano care ma l’amore viene sostituito da una profonda indifferenza verso tutto e tutti.
La depressione comporta, inoltre, un ripiegamento su se stessi e i propri problemi.
Proprio per questo, essere il figlio o il partner di una persona depressa è dolorosissimo e può favorire la sensazione di scontrarsi contro un muro di gelida indifferenza.
Se il depresso è uomo può manifestare la sua depressione con cattivo umore e irritabilità e può farci capire che la nostra presenza, lungi dall’essergli d’aiuto, gli da solo fastidio.
Di conseguenza, noi possiamo sentirci respinti ingiustamente , non amati ed esclusi dalla sua vita.
Un altro tipo di depresso appartiene al genere “drogato d’amore”: ci sommerge con i suoi problemi senza il minimo riguardo per le nostre esigenze e ci chiede in continuazione attenzione, appoggio e consigli salvo poi svalutare sistematicamente tutto quello che facciamo per lui/lei.
Prima di rimanere sconvolto dall’egoismo della persona depressa, bisogna ricordare che si tratta di una persona in una condizione di sofferenza psicologica inimaginabile per chi non ha mai sofferto di disturbi dell’umore.
E purtroppo il dolore rende egoisti.
Prova a pensare a come ti senti quando stai molto male fisicamente, per esempio hai il mal di denti o una colica.
Probabilmente, quando hai un terribile mal di denti, stai troppo male per preoccuparti del benessere delle persone che ti stanno attorno.
Lo stesso discorso vale per la depressione e qui bisogna ricordare che le malattie dell’anima comportano una sofferenza di tipo diverso ma non inferiore a quella di una malattia fisica.

Rabbia
Hai la sensazione che il tuo caro stia facendo una tragedia di una piccolezza e ti fa rabbia che non sappia reagire.
Tu hai la sensazione che si pianga addossa e che faccia poco o niente per star meglio.
Lui/lei è diventato una persona completamente diversa, una persona che non ti piace e tu puoi sentirti tradito o imbrogliato.
Non sentirti in colpa per la rabbia che provi: è un sentimento perfettamente naturale che dimostra quanto tu sia emotivamente legato alla persona depressa.
Se a essere depresso fosse una persona che tu conosci solo di vista, per esempio una persona che vedi tutti i giorni sull’autobus, probabilmente affronteresti la situazione in modo più distaccato. Bisogna capire che la persona depressa non può uscire dalla sua condizione grazie alla forza di volontà: se la persona depressa avesse forza di volontà e potesse prendere delle iniziative, allora non sarebbe depressa!

La riluttanza a farsi curare è un altro aspetto della depressione. Il depresso ha la sensazione di essere un caso senza speranza, che le cure non servano a nulla e che il suo futuro sarà senza prospettive e senza gioia. Questi sentimenti di pessimismo, di impotenza, di sfiducia nella vita e nelle persone sono aspetti centrali della depressione. Inoltre il rifiuto delle cure, può nascondere un inconscio bisogno di punirsi a causa di forti sensi di colpa.

Sensazione di impotenza.
Di fronte al negativismo della persona depressa, puoi sentirti contagiato dalla sua angoscia. Se nel tuo carattere ci sono delle tendenze depressive, queste possono essere risvegliate dalla frustrante relazione con la persona depressa. E’ anche comune la sensazione di non saper cosa fare, come aiutare una persona che amiamo e che vediamo chiusa in un bozzolo di sofferenza e disperazione.

Che cosa fare e che cosa non fare con una persona depressa.

  1. Non sdrammatizzare.
    Evita le rassicurazioni facili del tipo: “vedrai che ogni cosa andrà per il meglio”, evita anche di minimizzare o di sdrammatizzare. Anche se le intenzioni sono buone, il depresso si sentirà non capito e si chiuderà ancora di più in se stesso.
  2. Evita le prediche.
    Meglio evitare anche le esortazioni all’ottimismo, o il classico consiglio di “tirarsi su”. Questi atteggiamenti, non sono solo controproducenti perché contribuiscono a colpevolizzare una persona che si colpevolizza già abbastanza di suo, ma sono anche perfettamente inutili. Dire ad un depresso di “tirarsi su” è come dire ad una persona con una gamba rotta di alzarsi e di camminare. Non si ricorderà mai abbastanza che la depressione è disagio psicologico che annulla la capacità di volere e di prendere delle iniziative.
  3. Cerca di essere empatico.
    Un atteggiamento di ascolto, rispetto ed empatia è la soluzione che funziona meglio. Solo quando il depresso si sente ascoltato e capito, può cominciare a vedere la situazione in modo più obiettivo.
  4. Dai informazioni e appoggio.
    Le prediche e i consigli servono a poco, meglio invece informarsi su centri, terapie e specialisti per la depressione. Dal momento che la persona depressa è incapace di attivarsi da sola, noi possiamo giocare un ruolo importante nel suo processo di guarigione. Questo può voler dire dare un aiuto concreto: per esempio, telefonare e accompagnare il depresso alla visita…
  5. Impara a dare dei limiti.
    Stare vicini ad una persona depressa può essere difficile. Alcuni depressi chiedono costantemente amore e attenzioni: ti trattengono ore al telefono, telefonano a tutte le ore del giorno e della notte, pretendono che tu siate sempre a disposizione. Nei casi più gravi, alcune persone depresse possono utilizzare, inconsciamente, la carta del ricatto emotivo: ti fanno capire che soltanto tu puoi salvarli dal suicidio e , che basta un tuo gesto sbagliato per peggiorare le loro condizioni psicologiche e far loro commettere un atto irreparabile. E’ importante che tu non cada in questa trappola. Impara a porre alla persona depressa dei limiti, in questo modo non solo tutelerai il tuo benessere psicologico, ma anche aiuterai il depresso a superare la sua condizione. Di solito, una persona in uno stato depressivo tende ad affidare agli altri la responsabilità della sua vita e della sua felicità. Il messaggio che tu dovete trasmettere alla persona che sta male è che tu le vuoi bene e sei sinceramente interessato al suo benessere, ma è lui che deve fare il possibile per stare bene.
  6. Proponi al depresso delle attività piacevoli e divertenti.
    Al 99% un depresso non è di compagnia, o tace, perso in tetri pensieri o ti affligge con interminabili monologhi sui suoi problemi. Insomma, la conversazione del depresso è piuttosto ripetitiva e noiosa. Per strappare la persona depressa alle sue rimuginazioni e allo, stesso tempo, salvare la tua salute mentale, organizza attività ricreative e divertenti. Vai con il depresso a far shopping, a teatro, al cinema, in discoteca, in palestra, a fare una passeggiata, ecc… Anche se non puoi aspettarti che il depresso partecipi con entusiasmo, il solo fatto di fare qualcosa di diverso dalla solita routine contribuirà a migliorare il suo umore.
  7. Trovati delle valvole di sfogo.
    Star vicini ad una persona che sta male è molto, molto difficile. Soprattutto se c’è un legame emotivo molto forte, potresti sentirvi travolti dalla sua disperazione e dalla sua sfiducia nella vita. Se vuoi veramente aiutare l’altra persona, devi tutelarti e stare attento a non superare i tuoi limiti psicologici. Questo vuol dire trovarti delle valvole di sfogo, frequentare persone positive, “staccare la spina”. Trovare delle attività e degli spazi che ti gratifichino è molto importante e ti permette di avere con il depresso un rapporto migliore.
  8. Usa la tecnica del paradosso.
    Il depresso si lamenta? Non cercare di tirarlo su, mostrati invece più negativo di lui, parlando con toni di esagerato pessimismo della vita e dei rapporti umani. Alcuni psicologi di origine sistemica hanno utilizzato questa tecnica con depressi non gravi, ottenendo dei risultati significativi. Quando lo psicologo si mostrava più depresso del paziente, in terapia si verificava un inversione dei ruoli: il paziente cercava di consolare lo psicologo, e così facendo, il suo modo di vedere la vita cambiava radicalmente e il suo umore migliorava

Articolo tratto da www.nienteansia.it

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