Psicologia dell’arte

L’arte è accusa, espressione, passione (GRASS).

 

Il pensiero creativo nelle arti

 

Artisti e poeti elaborano le loro opere attraverso un processo analogo a quelle necessario agli scienziati. Ai soggetti occorre un certo periodo di tempo per isolare un tema, che dà all’opera un orientamento finalistico (fase corrispondente alla preparazione e all’incubazione).

In molti casi il tema si presenta all’improvviso, accompagnato da una certa emozione (fase simile all’illuminazione). La scelta dell’esecuzione dell’opera d’arte o del linguaggio adatto all’opera scritta corrisponde alla fase della verifica.

Le differenze principali fra artista e scienziato vanno ricercate soprattutto nella diversità dei compiti scelti. Il risultato finale, per lo scienziato, è una conclusione chiaramente formulata, che comunica un’informazione verificabile da parte degli altri scienziati; per l’artista è una creazione che può essere apprezzata, ma non provata. Pochissimi individui (come Leonardo da Vinci) riescono ad eccellere in entrambi i settori.

 

Psicologia dell’arte

L’arte e l’espressione estetica sono state frequentemente analizzate dalla psicologia scientifica, che si è proposta di analizzare i fenomeni e le produzioni artistiche: i meccanismi percettivi (soprattutto visivi) e motori; i processi cognitivi (immaginazione e fantasia, creatività, linguaggio, memoria, soluzione dei problemi; interpretazione dell’opera da parte del fruitore); la personalità artistica; le diverse fasi della produzione artistica; la psicopatologia dell’arte, con particolare riferimento alle arti figurative, utilizzando tecniche sperimentali e metodi clinici ed effettuando studi comparativi.

 

Psicofisica dell’arte

Tra i primi studiosi ricordiamo Fechner, il quale distinse l’estetica dall’alto (propria dei filosofi) dall’estetica dal basso, che esamina le componenti del piacevole. Egli ricorse a tre metodi psicofisici:

- il metodo della scelta, che consisteva nel chiedere al soggetto dell’indagine di indicare l’oggetto che riteneva più gradevole fra quelli proposti;

- il metodo della riproduzione, con cui chiedeva al soggetto di modificare l’oggetto proposto, in modo che diventasse più piacevole;

- il metodo dell’applicazione, con cui occorreva esaminare una serie di oggetti scelti da un ipotetico committente e risalire da essi alla sua personalità, ai suoi gusti e alle sue preferenze.

Numerose ricerche sono state condotte da altri psicologi sulle preferenze per le linee, per le forme geometriche (sono preferite le forme simmetriche; per i colori (il rosso e il blu).

Secondo Eysenck la misura del piacere estetico deriva dal loro ordine e dalla loro complessità.

Secondo Barthes il discorso artistico attua una traduzione dal campo della natura, dal quotidiano e dal reale per proiettarsi nell’ambito della cultura. L’arte diviene come una cerniera tra natura e cultura, in uno spazio aculturale, che supera entrambe e produce un nuovo senso.

 

La psicologia della Gestalt

 

La psicologia della Gestalt ha analizzato i problemi percettivi ed ha definito il campo fenomenico non come un ammasso caotico di stimoli disordinati, ma come insiemi ordinati e dotati di significato, che tendono all’equilibrio. Strutture squilibrate tendono ad essere sostituite da strutture più stabili: la percezione tende verso una sempre maggior armonia e stabilità (legge della buona forma). Le “buone forme” sono quelle più soddisfacenti nella produzione artistica: “la percezione è artistica” (Koffka).

Arnheim ha effettuato numerosi studi sulla psicologia della visione e sulle espressioni artistiche, considerate delle forme (gestalten). Secondo Arnheim la produzione artistica nasce dall’intuizione, diversa dalla cognizione, che plasma tutte le informazioni ricevute dall’esterno, le conoscenze precedenti, trasformandole in un atto creativo dotato di significato. Le forme artistiche non si riducono a quelle semplici, regolari e simmetriche, ma possono esprimersi anche attraverso lo squilibrio. Sia l’equilibrio che lo squilibrio sono necessari in campo artistico.

Egli ha analizzato l’opera Guernica di Picasso e sostiene che l’arte si fonda sulla capacità di esprimere, attraverso immagini, sentimenti, idee, situazioni, concettualmente indefinite e generali.

 

Il contributo della psicoanalisi

 

La psicoanalisi considera l’espressione artistica come un fenomeno proiettivo e interpreta il materiale allo stesso modo in cui indaga sui sogni o sui miti, ricorrendo alla libera associazione. L’arte è una fonte di soddisfazione sostitutiva, che risponde tanto al principio del piacere quanto a quello della realtà: i contenuti rimossi (pensieri, desideri e sentimenti) emergono e trovano, inconsapevolmente, una temporanea soddisfazione.

Come il sogno, l’arte rappresenta una soddisfazione del desiderio, una soddisfazione simbolica, sostitutiva, per sottrarsi alla sofferenza operando un compromesso tra desiderio e realtà. Essa ci offre la libertà interiore per godere, da adulti, senza inibizioni personali o sociali, le pulsioni istintive originarie che ci sono state negate nell’infanzia e di esprimere tutte le infinite potenzialità inconsce che non riusciamo a realizzare nella vita quotidiana.

L’arte rappresenta una sfida alla realtà corrente, richiama una logica di soddisfazione contrapposta a una logica di repressione. Secondo Freud “l’arte costituisce un regno intermedio tra la realtà che frustra i desideri e il mondo della fantasia che li appaga, un dominio in cui sono rimaste per così dire vive le aspirazioni all’onnipotenza dell’umanità primitiva… L’artista è, originariamente un uomo che si distoglie dalla realtà giacché non può adattarsi a quella rinuncia dell’appagamento delle pulsioni che la realtà inizialmente esige, e lascia che i suoi desideri di amore e di gloria si realizzino nella vita di fantasia.  Egli trova però la via per ritornare dal mondo della fantasia nella realtà in quanto, grazie a particolari attitudini, traduce le sue fantasie in una nuova specie di cose vere, che vengono accettate dagli uomini come preziose raffigurazioni della realtà. Così, in certo modo, egli diventa veramente l’eroe, il re, il creatore, il prediletto, ciò che egli bramava di divenire e questo senza percorrere la faticosa e tortuosa via della trasformazione effettiva del mondo esterno. L’arte per Freud costituisce una soddisfazione simbolica del desiderio, che costituisce un ponte tra la vita reale, che frustra i desideri e il mondo fantastico dell’illusione, che li appaga.

Secondo Mannoni l’arte rende possibile il ritorno di ciò che è stato rimosso sotto forma negata. Affinché si possa parlare di manifestazione artistica, occorre attribuire l’espressione artistica al mondo dell’immaginario, ossia considerarla una finzione e negare la realtà.

Gombrich, distanziandosi dalla concezione psicoanalitica che tende a ridurre la forma artistica a semplice involucro dei contenuti inconsci, privilegia la forma sul contenuto, sostenendo che solo i contenuti inconsci che trovano adeguata espressione in strutture formali diventano comunicabili.

La produzione artistica non è un’interrogazione sul mondo, ma ci presenta il mondo. Secondo Winnicott l’arte e la creatività dell’uomo si situano in uno spazio transizionale, nella zona di transizione, di passaggio tra mondo esterno e mondo interno e costituiscono uno strumento che interviene su questo spazio materializzato. Il prodotto artistico favorisce il processo di autonomia nel soggetto, il quale riconosce la sua opera come una realtà oggettiva da rielaborare. La rappresentazione grafica permette di stabilire una mediazione fra mondo esterno e mondo interno e consente l’espressione del simbolico che non

può essere comunicata ricorrendo esclusivamente al linguaggio.

 

L’interpretazione

 

La produzione artistica è un oggetto di studio complesso, che presenta più angolature e può essere considerato da diverse prospettive; inoltre deve essere collocata storicamente, valutata in relazione al particolare contesto sociale, situata nella cultura che lo ha prodotto; infine deve essere considerata dal punto di vista storico, stilistico, formale, tecnico ed estetico. L’interpretazione psicologica è una chiave di lettura che deve essere integrata con altre possibili interpretazioni, per metterne in luce tutte le variabili.

Secondo Ricoeur il linguaggio è equivoco, ossia possiede un duplice senso.

Secondo R. Jacobson Come ogni sistema di segni, l’arte…appartiene alla sfera pubblica… Il segno artistico si offre, è qui per qualcuno, … diviene un messaggio. In quanto tale suscita una lettura, un’interpretazione.

Secondo Althusser l’interpretazione trasforma il testo offrendogli un senso nuovo, cogliendo il non-detto del testo, ciò che è rimasto celato, per trasformarlo in detto, così come l’inconscio appare attraverso la lettura del conscio.

Secondo Charles Morris l’arte è un linguaggio e l’opera d’arte è un complesso di segni, che designano dei valori. L’artista si serve di un medium a cui attribuisce il valore di un’esperienza significante; l’interprete è colui che percepisce tale valore.

 

Arte e psicopatologia

 

Lavoriamo nel buio, facciamo quello che possiamo, diamo quello che abbiamo. Il nostro dubbio è la nostra passione, e la nostra passione il nostro compito. Il resto è la follia dell’arte (H. JAMES).

 

Alcuni studiosi hanno evidenziato il rapporto esistente fra l’arte, la creatività e la psicopatologia. Alcuni artisti tendono a prediligere contenuti autobiografici trasformandoli in prodotti creativi, generalizzano le proprie esperienze trasformandole in un messaggio per un pubblico più vasto: i temi che formano il contenuto dei prodotti artistici hanno carattere largamente autobiografico e possono riflettere i loro conflitti irrisolti. Molte persone creative rivelano caratteristiche immature: notevole immaturità affettiva, dipendenza dagli altri; sfida delle convenzioni; sentimento di onnipotenza; ingenuità, disordini del pensiero.

Tra gli artisti che presentavano uno squilibrio psichico ricordiamo Antonio Ligabue e Vincent Van Gogh.

Merleau-Ponty, interpretando le opere di Cézanne, ricerca la relazione tra vita e creazione artistica: la malattia mentale di Cézanne non è un destino, ma una possibilità dell’esistenza umana.

Secondo alcuni studiosi in molti artisti è presente una personalità borderline, intermedia fra la personalità nevrotica e quella psicotica.

Secondo Jung l’opera d’arte è l’indicazione di nuovi modi di adattamento dell’Io (come il sogno). Essa però non deriva più dall’inconscio, ma richiede un’azione intenzionale della coscienza. Pur nel suo carattere visionario, l’opera artistica deve essere decifrata nella sua organicità e nel suo carattere simbolico, non per risalire, in modo riduzionistico, alla psiche dell’autore o ai suoi eventuali disturbi.

Il processo creativo artistico per Jung avviene in due modi:

·         nella forma psicologica il contenuto del prodotto creativo è attinto nella zona cosciente (esperienza, rapporto con l’amore, la famiglia, l’ambiente, la società ). Questa forma creativa non trascende i limiti dell’intellegibilità psicologica ed è sottoposta a un fine diretto, cosciente e intenzionale.

·         Nella forma visionaria il contenuto non nasce dal vissuto precedente, ma riproduce esperienze arcaiche dell’inconscio collettivo (archetipi ed esperienze demoniache e grottesche). La persona che crea è in balia del contenuto che affiora e si trova in una situazione passiva: “il contenuto e la forma escono già fusi nell’opera”. La grande opera d’arte non si riduce al risultato dell’esperienza o di normali processi razionali, ma anche di processi arcaici.

 

PER SAPERNE DI PIÙ

 

 

R. ARNHEIM – Arte e percezione visiva, Feltrinelli Milano 1971.

R. ARNHEIM – Verso una psicologia dell’arte, Einaudi Torino 1969.

J.CHASSEGUET-SMIRGEL – Per una psicoanalisi dell’arte e della creatività, Cortina Milano 1989.

Fairbairn W.R.D., Studi psicoanalitici sulla personalità, Boringhieri, Torino, 1970.

R. FRANCES – Psicologia dell’estetica, P. U. F. 1971.

Freud S., Introduzione alla psicoanalisi, Boringhieri, Torino, 1995.

Freud S., Psicoanalisi dell’arte e della letteratura, Newton Roma 1993.

Freud S., Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio, Newton Roma 1977.

FROMM E., Il linguaggio dimenticato, Bompiani Milano 1995.

E. H. GOMBRICH – Freud e la psicologia dell’arte, Einaudi Torino 1967.

Koffka K., Principi di psicologia della forma, Boringhieri, Torino, 1970.

E. KRIS – Ricerche psicoanalitiche sull’arte, Einaudi Torino 1967.

 

Articolo tratto da www.culturaesvago.com

 

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