nov 11, 2012 - Psicopatologia    No Comments

Come riconoscere un Attacco di Panico

Si presenta all’improvviso, senza dare alcun avvertimento. Il cuore inizia a battere forte, il respiro si fa sempre più corto e veloce…un’ondata tremante di paura invade il corpo e la mente.  “Ma cosa mi sta succedendo?”.

Una vertigine che ti fa sbandare, un nodo alla gola che ti blocca il respiro e un senso di nausea incontrollabile ti avvolgono nella frazione di un secondo. La paura inizia a prendere forme sempre più terrificanti, non riesci a capire dove sei e chi sei…”Aiuto ho perso il controllo,  sto impazzendo”…”oddio, no…sto morendo”.

Questo è ciò che si può provare quando si ha un attacco di panico.

I sintomi si sviluppano e raggiungono il picco di intensità nel giro di 10 minuti, dopo di che, tutto pare tornare alla normalità. Dico pare perché chiunque abbia mai provato un attacco di panico, sa quanto sia cambiata la propria vita da quel momento.

Si vive nell’ansia anticipatoria del prossimo improvviso attacco; si evitano tutti i luoghi, le situazioni, le persone, che vengono associati e ricollegati al primo episodio di panico; si è sempre all’ascolto e in allerta di ogni singola percezione che proviene dal corpo.

L’ansia costante che impregna da quel momento la quotidianità, ci spinge ad evitare tutto ciò che ci appare pericoloso: prendere la macchina per andare a lavoro; uscire a cena fuori con amici o andare in locali affollati. Nasce e aumenta velocemente la percezione di essere fragili, di non riuscire più a controllare niente e quindi di vivere nell’incertezza più assoluta. Sfido chiunque a trovarsi in una simile situazione e non avere paura. Il nodo cruciale sta proprio nel circolo vizioso che si instaura tra emozione, percezione e cognizione: l’ansia di provare nuovamente quelle brutte sensazioni porta ad essere costantemente attenti ad ogni minima percezione corporea, ma tale stato di allerta aumenta l’ansia con tutte le sue manifestazioni fisiche (ovvero la tachicardia, il respiro corto e veloce, la sudorazione, le vertigini, i tremori, ecc.). Ecco che queste percezioni corporee avvalorano la preoccupazione di un nuovo attacco imminente, con la conseguenza di avere ancora più paura e quindi di provocare il malessere tanto scongiurato.

 

Ma è possibile interrompere questo circolo negativo? E soprattutto è possibile guarire e non avere più attacchi di panico? La risposta è sì!

Il primo passo da fare è quello di rivolgersi ad un professionista, Psicologo o Psicoterapeuta, che vi aiuta a capire il significato e il senso che l’attacco di panico ha per voi in quel momento della vostra vita. Lo Psicologo:

  • · vi capisce, perché spesso chi ci circonda non riesce a farlo se non ha provato quello che avete provato voi;
  • · vi accoglie, ascoltando le vostre paure senza giudicarvi e senza farvi sentire “stupidi” o “deboli”;
  • · vi rassicura, spiegandovi che l’ansia è la normale reazione a qualcosa che pensiamo essere per noi pericolosa e ci mette nelle condizioni fisiche idonee per poter scappare dal pericolo;
  • · vi accompagna in un processo di comprensione del sintomo, aiutandovi a riflettere su ciò che vi spaventa e perché;
  • · vi sostiene nel prendere consapevolezza delle risorse che avete e che potete utilizzare per cambiare la situazione.
 Articolo tratto da www.nienteansia.it

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